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RAFFAELLO CONSIGLIA

Autodromo del Mugello

Autodromo del Mugello

A 40 minuti dall'Hotel Raffaello si trova l'Autodromo del Mugello, un must per gli amanti della velocità e delle corse.

Un autentico teatro di sfide all'ultimo sorpasso, sede tradizionale del Gran Premio d'Italia di Moto Gp.

 

E’ una storia che comincia quasi un secolo fa quella del Mugello. Il viaggio parte nel 1914, è una competizione  regolare che viene subito dopo interrotta dalla guerra. Il primo periodo di grande notorietà è quello degli anni Venti, quando a sfidarsi sui 66 polverosi chilometri che da Scarperia salivano fino a Firenzuola, per poi tornare attraverso il passo della Futa a San Piero e di nuovo a Scarperia, erano i migliori piloti di allora: Campari, Brilli Peri, Enzo Ferrari (vincitore nel 1921 della classe 4500 su Alfa Romeo), Antonio Ascari, Borzacchini, oltre, naturalmente, ad Emilio Materassi, idolo locale. Messa in ombra dal prestigio della Mille Miglia, il circuito rimase silenzioso dopo l'edizione del 1929, nonostante una ripresa, risultata poi effimera, nel 1955, su un percorso ridotto a poco più di 19 km. Fu la scomparsa delle Mille Miglia e l' analoga rinascita della popolarità delle gare su strada negli anni '60 che convinse dirigenti appassionati, come Pasquale Borracci ed Amos Pampaloni, a riproporre la competizione sul tracciato classico dei 66 km, la prima della quali si svolse il 21 giurngo del 1964, esattamente cinquanta anni dopo la disputa del ‘Circuito automobilistico toscano’ che , di fatto, sancì la nascita del Mugello.  Riedizioni che godettero di buon successo ma che contarono, a livello di risonanza, la rara presenza del marchio tricolore più prestigioso, quello del Cavallino, intervenuto in forma ufficiale solo alle prove dell'edizione del 1967.

Era comunque destino che le storie del Mugello e della Ferrari dovessero incrociarsi ancora, ma sarebbe stato necessario attendere ancora vent'anni. Le sette edizioni svoltesi negli anni '60 richiamarono nelle verdi valli del Mugello centinaia di migliaia di spettatori, richiamati indubbiamente dalle performanti vetture Sport e Turismo in lotta per l'assoluto, ma che riservavano un posto speciale nel cuore e nel tifo più autentico ai piloti delle vetture più vicine alla serie come le piccole Abarth elaborate. Il percorso permetteva exploit di guida che alcuni piloti come Enrico Pinto, Nanni Galli, Ignazio Giunti, Mauro Nesti, Arturo Merzario seppero adeguatamente sfruttare per costituirsi una reputazione duratura e meritata.

Campione ideale dell'entusiasmo, che il pubblico toscano riservava ai piloti più prodighi di "numeri" di guida nelle loro esibizioni, erano gli applausi a scena aperta che scattavano ad ogni passaggio della Fulvia "barchetta" inventata da Fiorio e Maglioli per consentire al "drago" Sandro Munari di dare lezioni di bravura sulle difficili strade dell' Appennino. Tra le ultime edizioni disputate - fra i partecipanti non vittoriosi ricordiamo Stommelen, Elford, Toivonen, Van Lennep - la più entusiasmante fu quella del 1968 che vide prevalere l'Alfa Romeo di Luciano Bianchi, Galli e Nino Vaccarella al termine di una rimonta incredibile sulla Porsche del grande elvetico Jo Siffert e di Rico Steinemann, in un pomeriggio in cui la vettura italiana sembrava volasse, spinta da un tifo caldissimo. Come nella favola del brutto anatroccolo il protagonista, scacciato da tutti, diventa un ammiratissimo cigno, così dal Mugello stradale degli anni Venti, nasce un impianto destinato a rappresentare un passo in avanti nella concezione stessa di Autodromo dove, dal concetto stesso di circuito, si passa a quello di spazio sicuro ed efficiente dove è possibile trovare supporti tecnologici a manifestazioni diverse. Un centro, dunque, che ruota intorno all'automobile.

L'Autodromo Internazionale del Mugello, progettato e realizzato con tutti gli accorgimenti scaturiti dall'esperienza agonistica, garantisce massima sicurezza sia per i piloti che per il pubblico. Ampie vie di fuga nei punti più impegnativi del tracciato: una strada di servizio per i mezzi di soccorso che possono liberamente muoversi per tutti e 5.245 metri del tracciato. Il Mugello, inoltre, ha dislivelli così specifici e così alti da risultare ideale per severi collaudi e test.  Progettato negli anni '70 e poi profondamente rinnovato, il circuito - uno dei più suggestivi, moderni e sicuri del panorama internazionale – non ha subito alcun cambiamento nel tracciato, che rimane inalterato, fatto questo più unico che raro nel panorama internazionale.

E' sede abituale di test e prove di F.1, delle case leader nel Mondiale MotoGP e del Mondiale Superbike, di case automobilistiche e motociclistiche nazionali ed internazionali. Ha ospitato la Formula 5.000 (che ha tenuto a battesimo l'impianto il 23 giugno 1974), la Formula 3.000, la Formula Due, il Fia-Gt e, unico impianto italiano, l'ITC: per quanto concerne le due ruote è sede del GP d'Italia.  

 

   
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